mercoledì 2 gennaio 2008

IL DIPINTO DI SANT’ANNA METTERZA NELLA CHIESA DI SAN GREGORIO XV sec.

Rappresenta la Madonna in trono con bambino e sant’Anna tra san Giovanni Evangelista e sant’Antonio abate; in alto probabilmente Dio padre benedicente tra nuvole e cherubini.
L’affresco si trova sulla parete sinistra, in simmetria con il frammento raffigurante Santa Caterina d’Alessandria.
La composizione presenta il tema di sant’Anna metterza, ma il volto di sant’Anna è mutilo, come quello di sant’Antonio e di gran parte della calotta del dipinto, nella quale, oltre ad alcune teste di cherubini, si distinguono i panneggi di altre due figure.
La zona pittorica residua rimanda all’ambiente umbro-romano dell’ultimo del ‘400. Interessanti ed accurate sono le grottesche sui pilastrini del trono, espressione di un aggiornamento della cultura dell’Antico che si elabora a Roma a partire del 1470.
Di richiamo pinturicchiesco sono i putti, mentre di ambito antoniazzesco le figure di San Giovanni e del cristo morto al di sotto, se pur con i volti allungati e una perdita della volumetria. Evidenti ridipinture di epoca imprecisabile.
Il gusto particolare della pittura risente del fervore che si stava muovendo in quel periodo grazie a pittori come Lorenzo da Viterbo e Antonio del Massaro detto il Pastura che lavorarono in gran parte della provincia. A questo ultimo facciamo risalire la diffusione del gusto Umbro di cui risente il dipinto.
L’artista collaboratore del Pinturicchio a Roma, nella decorazione degli appartamenti Borgia in Vaticano, nella capitale ha la possibiltà di approfondire la conoscenza di Antoniazzo degli Aquili.
Per poi essere nel 1497 ad Orvieto, per completare la decorazione del Duomo di Orvieto.

Al centro i soggetti principali si fondono in una unica massa volumetrica, che si collega attraverso i gesti, le mani di sant’Anna sulle spalle della vergine e le mani della vergine che sorreggono il bambino, e infine nelle mani del bambino il cardellino.
Comunicativo l’atteggiamento di questo ultimo, che con lo sguardo e con il gesto si rivolge direttamente al fedele, contrastando in maniera forte con la posa chiusa della vergine che inclina la testa.
Curva seguita anche dal capo del bambino. Per quanto in uno stato di conservazione non ottimo possiamo ancora scorgere la struttura del trono. Il quale si articola come una nicchia dagli angoli fortemente scorciati che alternano la cornice gialla con il colore verde dello schienale, per quanto casuale la presenza dei colori, anche in questo caso richiama la decorazione degli appartamenti borgia, così come la presenza di grottesche colorate, nello specifico mi riferisco alla visitazione della vergine negli appartamenti Borgia dei palazzi vaticani decorati dal Pinturicchio. L’intero complesso decorativo della chiesa porta la data del 1494 riportata in basso sull’affresco raffigurante Santa Caterina d’Alessandria. In concomitanza con la costruzione del forte San Gallo e della sua decorazione. Forse una maestranza al seguito?

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