venerdì 21 marzo 2008

IL PERIODO CLASSICO a CIVITA CASTELLANA

Civita Castellana, l’antica Falerii, capitale della nazione falisca, vanta una storia trimillenaria.
Citata da autorevoli fonti classiche come le opere di Tito Livio, nelle quali ritroviamo notizie sulle continue guerre tra Falerii e Roma (dal 436 a.C al 241 a.C): la città resistette per secoli agli attacchi e soltanto nel fatidico 241 a.C., venne definitivamente sconfitta dai romani, che costrinsero gli abitanti a stabilirsi in una zona pianeggiante situata più a nord, dopo aver raso al suolo Falerii.
Ovidio, spettatore insieme alla moglie, ne descrive le splendide processioni del periodo autunnale che da Falerii Novi, attraverso la Via Velata, conducevano al Tempio di Giunone Curite: “quando insieme a mia moglie originaria della fertile terra falisca, costeggiammo le mura abbattute da te o Camillo, i sacerdoti preparavano sacre feste a Giunone...”.
Alla fine dell’Impero romano, vi fu un graduale abbandono di Falerii Novi (coinciso con le invasioni dei Goti e dei Longobardi) e un ritorno al sito dell’antica capitale dei falisci: il titolo di sede vescovile nel VI secolo è indicativo della continuità.
La storia dell’Ager Faliscus nell’Alto Medio Evo è collegata con le vicende che portarono alla nascita e formazione del Ducato romano, in quanto il vecchio impianto di Falerii Veteres venne ad assumere un ruolo fondamentale come punto nodale primario nel corridoio geografico instauratosi tra Roma e l’Esarcato di Ravenna. La difesa di tale corridoio aveva imposto tutta una serie di fortificazioni che, sotto la protezione dei Bizantini e dei Franchi avevano assicurato la vita del Ducato e di tutte le zone collegate con lo stesso. In un Privilegium dell’817 di Ludovico il Pio Imperatore, viene ricordato anche Castellum, l’odierna Civita Castellana, che faceva parte della Massa Castellania, già menzionata nell’anno 727 da Cencio Camerario.
La posizione di Castellum, crocevia e snodo viario tra la Tuscia e la Sabina, tra la Media Valle e Alta Valle del Tevere e quindi un valido baluardo per il Ducato romano e la stessa Roma, fu in virtù di questo ruolo che ebbe anche la sede vescovile alla fine del primo millennio, potendo fregiarsi del titolo di Civitas Castellana. prof.ssa Carlotta NELLI